Tethys Gallery goes to 4 Leoni. In mostra lavori dalla vicina Tethys Gallery Fine Art Photography.
Puccio, Collezione ‘Botteghe’_Foto di Guido Cozzi
Per la prima volta nella storia della città , a Firenze sono rimasti poche decine di veri artigiani. Il progetto consiste nel documentare i loro luoghi di lavoro (le botteghe, appunto) nella loro quotidianità senza nessuna manipolazione di oggetti o luci.
L’artigiano è assente, se ne intuisce la presenza, ma non è dato sapere se e quando tornerà . La bottega è vuota, silenziosa testimone della graduale scomparsa dei lavori tradizionali e con loro, della secolare cultura del ‘saper fare’.
Untitled 05, Collezione ‘Polvere e sale’_Foto di Guido Cozzi
In un mondo in continuo scambio espansione sgretolamento, l’unica certezza è il Cambiamento. La Fotografia è, tra molte altre cose, un tentativo di fissare un istante e proiettarlo all’infinito. Ma sappiamo che anche questa promessa è vana.
Tramite una manipolazione artigianale, quasi alchemica del supporto fotografico, Guido Cozzi accelera il processo di deterioramento per ‘andare a vedere’ cosa sarà di quelle persone oggetti e luoghi fotografati tanto tempo prima. I risultato non è altro che la rivelazione delle nostre previsioni più ovvie, ma con una sorpresa: la metamorfosi verso la distruzione talvolta passa attraverso stati di inaspettato equilibrio estetico.
Untitled 04, Collezione ‘Postmetropolis’_Foto di Massimo Borchi
Oggi il ‘mondo â?¦ è diventato, per molti aspetti pratici, una città ‘ (Lewis Mumford, La città nella storia)â?¦ ‘occuparsi della città , quindi, è un modo di dedicarsi agli enigmi del mondo e della nostra esistenza’ (Lea Vergine, La città e l’immaginario).
La globalizzazione sta cambiando il mondo. Anche la ‘metropoli post-industriale’ si sta modificando. Complessi fenomeni di riconversione territoriale ci stanno portando verso la postmetropoli del XXI° secolo, ancora tutta da definire e scoprire.
Le immagini del lavoro individuano segni comuni e ltracce, altrimenti invisibili. In città lontanissime affiorano trame identiche e identiche contraddizioni, come se quella che sta coprendo la superficie del mondo fosse una unica, indefinita metropoli.
Untitled 16, Collezione ‘White’_Foto di Stefano Amantini
Piccoli abeti carichi di neve, piccoli larici spogli. Piccoli sciatori, come figure di cartone sul candido lenzuolo. Piccole teleferiche ritagliate nel cielo livido. E pareti di roccia forse gigantesche, incrostate di bianco, rivelate da squarci nella nebbia. Queste sono le Dolomiti total white interpretate da Stefano Amantini. Visione onirica e insieme lucida analisi della montagna postmoderna: mondo immacolato e playground per adulti. Paesaggio violentato e delicato sogno d’infanzia. (Paolo Paci)
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